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Previsto per la prossima settimana l’invio dei primi tagli di bovino certificato dalla Cooperativa di allevatori che ha appena chiuso con un +15% il bilancio 2018.

La carne marchigiana di Bovinmarche conquista l’Oriente

Previsto per la prossima settimana l’invio dei primi tagli di bovino certificato dalla Cooperativa di allevatori che ha appena chiuso con un +15% il bilancio 2018.Nuovi progetti; crescita a doppia cifra della distribuzione nell’Ho.re.ca e dell’IGP.

Ancona, maggio 2019- Segna una crescita del 15% il bilancio 2018 di Bovinmarche, la cooperativa di allevatori marchigiani con sede ad Ancona. L’assemblea dei soci, la scorsa settimana ha ratificato il documento che attesta la crescita di un brand nato con l’obiettivo di trasformare il punto di debolezza della Marchigiana – la polverizzazione degli allevamenti (ad oggi la media stalla è di 24 capi) – nel suo punto di forza oggi punto di riferimento del comparto e pioniere di nuovi mercati.

Tra questi anche quello dell’Oriente. Per la prima volta il prodotto bovino di razza Marchigiana fornito dai 400 soci della cooperativa sarà distribuito ad Hong Kong. L’accordo, agli ultimi ritocchi, è stato stipulato le scorse settimane. Ad annunciarlo è il presidente Bovinmarche Domenico Romanini: “La Cina era interessata a un prodotto unico – tanto che ci è stata chiesta l’esclusiva della fornitura nella regione – che raccontasse la storia di un territorio ancora incontaminato e che rispondesse alle caratteristiche di qualità e gusto del mercato. Il passo in avanti lo abbiamo fatto dopo aver inviato, al committente, il video istituzionale. Le immagini delle colline delle Marche, punteggiate dai bovini delle piccole aziende al pascolo, ha fatto centro”.

L’iter ha quindi preso avvio. Lo scoglio più difficile – trovare una struttura di macellazione adeguata alle richieste cinesi – è stato superato trovando la soluzione nel mattatoio di Macerata. La spedizione della prossima settimana sarà di una campionatura di tagli più pregiati (bistecche, fesa, scamone, noce) da utilizzarsi per la ristorazione

Ma Hong Kong non è l’unico mercato su cui Bovinmarche ha messo gli occhi. “Entro giugno – aggiunge il direttore Bovinmarche Paolo Laudisio–dovremmo inviare 2 capi di bovino in Giappone, Paese che si farà carico delle spese di macellazione, trasporto e sezionamento, pur di ottenere la campionatura delle nostre marchigiane”.

Il 2019 di Bovinmarche prosegue dunque con buone nuove per la cooperativa che ha chiuso il bilancio con un +14,5% (1.008.990€ rispetto al 2017) su un totale di 7.949.180€. “Un importante segno di crescita – dice Laudisio –nonostante l’incessante calo di consumi di carne che però consente a chi immette sul mercato un prodotto di qualità certificata come Bovinmarche di rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento all’alimentazione più sana ed equilibrata”.

A dar forza al fatturato della cooperativa è di certo la vendita di carne alla GDO con i suoi (valore pari a 2.492.980€), ma che “è in continua flessione, se pensiamo che negli ultimi tre esercizi 2016-2018 ha perso ben – € 322.089”.Buono anche il risultato del canale DO che ha presentato, nel 2018, un +63% raggiungendo “quota” 794.462€.

Per questo Bovinmarche ha deciso di intraprendere nuove iniziative e potenziare, ad esempio, i progetti più recenti, come quello destinato alla fornitura della ristorazione commerciale ed in particolare degli agriturismi (HO.RE.CA.) – per il quale è previsto un servizio ad hoc che comprende un paniere completo di carni locali (bovine, suine, ovine ed avicunicole) – che ha dato dei risultati interessanti in termini di fatturato specifico, arrivando a 696.663€ (+405%). Buoni risultati anche per il servizio dedicato alle macellerie tradizionali, che ha prodotto un fatturato di 1.003.713€ (+4% rispetto al 2017).

Tra i dati più significativi nelle voci di bilancio si conferma poi quello relativo alla partecipata Carnimarche, laboratorio di sezionamento con sede operativa a Fermo, di cui Bovinmarche è oggi proprietaria per il 49% dopo l’operazione di acquisto e cessione quote (il 26%)di agosto. Carnimarche nel 2018, ha fatturato 7.095.000€ (+440.159€ sul 2017). Numeri positivi anche per la “proprietaria” Bovinmarche che, lo scorso anno, ha venduto a Carnimarche prodotti per 1.243.701€ a cui vanno aggiunti 126.301€di prodotti forniti a Carnimarche tramite altri clienti, per un fatturato totale di 1.370.003€.

Con il segno “+” anche i ricavi provenienti dalla vendita delle carni -bovini, suini, ovini) certificati con l’IGP: si è passati dai 4.585.376€ del 2017, agli attuali 4.869.161€ del 2018 (+5,8%) e i valori che raccontano uno degli obiettivi “mutualistici” del brand: la valorizzazione della territorialità, delle tradizioni marchigiane e del lavoro dei suoi soci.

Ne sono un esempio “la conferma della vendita del ‘Quinto Quarto’ (un tempo considerato la parte meno nobile che finiva sulla tavola)che quest’anno è aumentata di 6.249€, passando agli attuali 62.954€ e la differenziazione delle attività della cooperativa. Bovinmarche, nel tempo, ha infatti iniziato a distribuire anche ovini, in particolare agnello (carne e capi: la vendita di agnelli è costante e si attesta su un valore di circa 500mila euro di faturato l’anno) e suino (+120% di fatturato sul 2017 per un totale di 286mila euro).

BOVINMARCHE

In totale sono 20mila i capi di Razza Marchigianaallevati e iscritti all’albero genealogico nelle Marche; quasi 400 i soci della Cooperativa; circa 8 milioni di euro il fatturato annuo. Cifra che quasi raddoppia se si considerano anche le performance di Carnimarche, azienda di sezionamento territoriale partecipata dal 2012, di Bovinmarche che, nel 2018, ha registrato 7 milioni di euro di fatturato.

Gli allevamenti Bovinmarche nascono dall’impegno di piccole aziende che producono alta qualità con metodi ancora tradizionali. I pascoli sono utilizzati dalla primavera all’autunno e i bovini vengono alimentati con foraggio fresco e fieno essiccato, integrati con cereali e leguminose da granella.

Bovinmarche oltre che di qualità è sinonimo di trasparenza. È stata la prima organizzazione in Europa a implementare un sistema di tracciabilità elettronica attraverso un proprio disciplinare di etichettatura anticipando i vari regolamenti che si sono poi succeduti a livello comunitario.